venerdì 15 maggio 2015

mollare il fagotto

Potrei fare un lungo prologo su come sono stato e come sto in questi mesi. In verità c'è poco da dire: una parte già la sapete: ho lasciato il lavoro e ho fatto delle scelte. La seconda, non detta ma si capiva abbastanza, è che sto sotto il classico treno per la ex.
Per mesi nel "silenzio" della mia stanza ho pensato e ripensato a cosa facesse. Ho pensato a lei che viveva che continuava la sua vita mentre io ero qui. Apparentemente immobile nella mia crescita incapace di andare avanti con affetti ed amicizie.
Sempre, come dicevo nei post precedenti, a guardare il passato che mi da conforto invece di guardare un futuro che al momento vedo solo di solitudine o che almeno, ho sempre visto così.
Gli amici hanno provato a consolarmi ed a farmi vedere una realtà diversa. Realtà che dico la verità è vera e do la colpa di questo mio lassismo al mio non avere le palle, alla mia paura di lasciarmi tutto alle spalle. Tutto come una storia finita a cui solo io mi aggrappo ed a cui nessuno pensa più.
Per mesi mentre sentivo musica dolce e romantica (per me, tanto poi li conoscete i miei "gusti" musicali) mi straziavo ripensando ai momenti belli passati con lei. Un momento in cui l'abbracciavo sul balcone di casa al paese al crepuscolo, le conversazioni durante i viaggi in macchina e mille altre situazioni in cui ero veramente felice di essere lì in quel posto con lei.
Ci sono stati anche momenti difficili ma tutto passava davanti a quelli belli.
In quel periodo mi sembrava di volare in cielo contornato da queste emozioni.
Quando tutto è finito ho iniziato a prendere i ricordi ed a tirarli a me facendone un fagotto, una palla da stringere al cuore, da proteggere, da non mollare mai e da riguardare con dolore ogni volta che ne sentissi il bisogno ovvero sempre. Questo fagotto è diventato un peso che mi ha fatto cominciare ad andare in picchiata. Un peso che mi ha buttato giù e io lo sapevo, lo vedevo. Non volevo assolutamente lasciarlo; era il mio bene, il mio tesoro, forse l'unica cosa bella come non mai che ho avuto in vita. Fino ad ora.
Poi un messaggio a pasqua, un innocente messaggio mi ha fatto capire che lei aveva voltato pagina e la picchiata è peggiorata.
Negli ultimi giorni poi il dubbio che mi nascondesse la sua vita su FB, che il suo mettere solo e assolutamente link fosse un po' sospetto. Così ho fatto quello che qualsiasi masochista farebbe: ho cercato un po' e ho visto lei con l'altro,  l'ho vista sorridente con i suoi amici che si divertiva.
Che dire di quello che ho provato? Rabbia? Verso me stesso intendo, per il tempo che ho perso, per la mia incapacità di guardare avanti. Ho preso delle decisioni e ho capito che dovevo agire.
Per mesi non ho postato nulla su FB. Mi dicevo: non mi va, non me la sento di scrivere ma in realtà mi andava! Solo su FB ho l'opportunità di sentire tanti amici che per un motivo od un altro ho pochissime occasioni per vedere. Ho capito che non postavo perché avevo paura che lei vedesse i miei aggiornamenti, che lei sapesse della mia vita mentre io non sapevo nulla di lei. No, non la volevo bloccare, fino a questa mattina, perché mi sembrava un po' una cattiveria o forse perché in fondo ci speravo ancora. In realtà avevo anche paura di postare perché avevo paura che anche lei prendesse coraggio e mi facesse vedere quello che faceva e avevo paura di star ancora più male. Bella pippa mentale eh?
Così stamattina ho preso il coraggio e ho filtrato i miei contenuti e dopo ho visto questa famosa foto. E in quel momento mi è passato qualsiasi scrupolo. Perché la verità è che per mesi ho avuto paura di novità sul suo profilo, anche whatsup, per paura di scoprire quanto lei andasse avanti e quanti io rimanessi statico.
Avete mai visto quei film in cui il cattivo aspetta la pallottola dal buono come una liberazione? Chiude gli occhi aspettando quel momento? Ecco, io ho aspettato questa foto, questa notizia così. Quella è la mia pallottola.
Ora credo di sentirmi più libero, di sentirmi triste e ho una grande voglia di piangere e penso che lo farò perché ho l'impressione che sarà la mia rinascita.
Ho sempre avuto paura di abbandonare le cose, non immaginate quanto io sia ritroso a buttare cose vecchie, perché le associo a ricordi, sensazioni o semplicemente perché penso che prima o poi possano tornare utili. Se faccio questo con gli oggetti figurarsi coi ricordi. Perché se butto 1-2-10 anni di ricordi cosa mi rimane se non anni di buco, anni di vuoto in cui sembra abbia sprecato la mia vita? Eppure sarà il momento, sarà che finalmente sto uscendo dalla pubertà e sto diventando uomo, ultimamente faccio pensieri che mai ho pensato prima. Penso che certe cose sono necessarie, che i ricordi vecchi possono sempre essere rimpiazzati da nuovi, che la mia vita dipende solo da me e che sono io l'artefice del mio successo.
Inizio a fare "sogni proibiti" come una casa mia, una macchina mia, vacanze dove mai avrei pensato di andare, sogno sorrisi a sconosciuti e sconosciute, sogno un lavoro appagante e tante altre cose che mi fanno pensare di andare avanti. Sogno tante altre cose e quello che mi stupisce di più non è che siano sogni nell'accezione astratta e intangibile della parola ma che siano sogni come cose da pianificare, da volere, da realizzare.
E ora scusatemi, la "fontana" si sta aprendo.

1 commento:

@enio ha detto...

incomincia a portare nella realtà qualcuno di questi sogni